PRODOTTO IN ITALIA SENZA L’USO DI FITOFARMACI, CONCIMI O DISERBANTI
Le tecniche di coltivazione del riso naturale… adattate al cambiamento

Il cambiamento climatico è ormai sotto gli occhi di tutti. Per questo, è nostro compito adattare i metodi di coltivazione. Così, laddove possibile continuiamo ad applicare la pacciamatura vegetale. In altri casi, invece, utilizziamo sistemi differenti, come il sovescio, un’ottima soluzione per dare nutrimento al riso: in autunno si seminano le leguminose (per esempio la veccia), in primavera si interrano e poi si semina il riso.
Se e´ necessario un lavoro di estirpazione meccanica delle malerbe impieghiamo, per esempio, l’erpice strigliatore, la sarchiatrice e altri attrezzi.

La tecnica della pacciamatura vegetale prevede la semina autunnale di un erbaio costituito dall’unione di leguminosa e graminacea. La semina avviene su sodo (ovvero su terreni non lavorati) tramite un macchinario idoneo alla penetrazione a fondo nel terreno. Si crea così uno strato naturale pacciamante che permette di evitare la nascita delle infestanti e fornisce, nello stesso tempo, nutrimento alla pianta del riso.

La pratica del sovescio di leguminose consente, attraverso la semina e l’interramento di una coltura erbacea non da raccolta, di migliorare il suolo, arricchendone la struttura e aumentandone la materia organica. Le leguminose apportano inoltre i nutrienti (specialmente l’azoto) di cui la pianta di riso ha bisogno per crescere. L’erbaio da sovescio viene seminato in autunno ed interrato in primavera inoltrata, prima della semina. Le essenze maggiormente utilizzate sono veccia sativa, veccia villosa e trifoglio.

La regolazione dell’acqua è di fondamentale importanza ancora più che negli altri metodi di coltivazione: è necessario far nascere il riso e, allo stesso tempo, fare in modo che la fermentazione non sia eccessiva al fine di evitare la morte del germoglio. Una volta che il germoglio è emerso dall’acqua, è importante ponderare in modo equilibrato i periodi di sommersione e di asciutta per ossigenare correttamente il terreno.

Non utilizzando diserbanti, la gestione delle malerbe deve essere costante e integrata di stagione in stagione: le infestanti vengono contenute con lavorazioni meccaniche in seguito a falsa semina, con strigliature e sarchiature. Durante le stagioni irrigatorie difficili, queste pratiche sono ancora più importanti.

Il raccolto avviene durante le prime settimane di ottobre. Infine, il riso viene essiccato tramite gli essiccatoi dell’azienda e quindi insaccato per essere trasportato allo stabilimento di lavorazione e confezionamento.

I nostri campi vengono coltivati applicando la rotazione delle colture in regime di agricoltura biologica.. Variando la specie agraria coltivata nel singolo appezzamento, si aiuta a mantenere il suolo in un buono stato di salute e a ottenere raccolti floridi. Cosa coltiviamo oltre al riso? Girasoli, grano, colza. Coltivazioni autunnali o primaverili, poco bisognose di acqua.