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La Terra fertile della Lomellina

Terra di acqua, agricoltura, storia. Terra di biodiversità e risaie. Con i suoi 2.500 ettari di superficie agricola, la Lomellina è uno dei territori pianeggianti più estesi della Lombardia.

A circondarla e delimitarla, la ricchezza dei fiumi: il Sesia a Ovest, il Po a Sud, il Ticino a Est e la linea delle acque sorgive a Nord, confine naturale con il Piemonte. Al suo interno, altri fiumi e torrenti come l’Agogna, l’Erbognone e il Terdoppio.

Qui, dove viene coltivato il Riso Biologico Marta Sempio, le risaie si susseguono a perdita d’occhio. La bellezza del paesaggio, ricco di distese di acqua che riflettono l’intensità del cielo, potrebbe far pensare a un’opera della natura. In realtà, questa terra ricca di sorgive, per secoli è stata caratterizzata solo da una palude impraticabile. A lasciare un segno indelebile, definendo quella che oggi conosciamo come Lomellina, è stata la bonifica del territorio con l’introduzione delle marcite, a partire dalle comunità dei monaci del Medioevo. Da allora, hanno continuato l’impresa i coloni feudali del ‘200, e infine gli Sforza, grazie alle loro riforme agricole. Furono i signori di Milano, infatti, a introdurre in questa area la coltivazione del riso nel ‘400.

Insomma, il complesso sistema idrico di rogge e canali odierno è frutto di anni di storia e di sapienza contadina, che hanno consentito la trasformazione di un’area ondulata, occupata da una fitta e variegata vegetazione, in una zona arricchita da terreni coltivabili.

Accanto a essi, la ricchezza di questo territorio affiora anche grazie alla numerose costruzioni storiche: sono chiese, castelli, basiliche, palazzi nobiliari, garzaie, fontanili, dossi, antiche strade di epoca romana, come Piazza Ducale e la Torre del Bramante di Vigevano, il borgo di Lomello, i castelli di Sartirana e Scaldasole solo per citare i principali.

Un’area così florida, che impressionò persino Camillo Benso di Cavour nell’autunno 1844. Allora uno dei tanti imprenditori agricoli del Regno di Sardegna, dopo aver percorso le campagne della Lomellina, scrisse compiaciuto all’agronomo francese Naville de Chateauvieux:

«Sono stato colpito dalla ricchezza delle colture e dall’abilità degli agricoltori della Lomellina. Questa regione, che è compresa tra il Po, il Ticino e la Sesia, è un vero giardino. Essa non ha niente da invidiare alla Lombardia per le marcite, le praterie e i gelsi. Quello che è più stupefacente è che quel paese ha raggiunto tale grado di fertilità in meno di cinquant’anni: alla fine dello scorso secolo, meno qualche eccezione, non era che una landa e una palude»*.

[*Umberto De Agostino, Fatti d’arme e condottieri in Lomellina – Duemila anni di battaglie, Clematis, 2012.]

E la Biodiversità delle sue risaie

Ma la Lomellina è anche un habitat estremamente interessante dal punto di vista naturalistico, tale da renderla una delle aree più ricche di biodiversità del nord Italia. Qui, accanto ai pioppeti, alle risaie e alle marcite (l’ultima erba della stagione invernale lasciata marcire per rendere fertili i campi nel medioevo.), vivono una grande varietà di piante e di animali.

Nei boschi estesi, resti delle antiche foreste che un tempo ricoprivano tutta la valle padana troviamo in particolare querceti. Predominano poi il carpino bianco, l’acero, l’olmo e il nocciolo. Nelle zone umide e sul greto del fiume si stagliano invece pioppi, ontani, cannucce di palude, salici. Florida anche la vegetazione acquatica, rigogliosissima in prossimità delle risorgive e delle lanche.

Tra gli animali, sono numerosi i mammiferi (come lepre, coniglio selvatico, nutria, volpe e cinghiale), gli anfibi (rane e rospi) e i rettili. Popolano sia la foresta planiziale, sia alcune aree verdi nei pressi di fontanili, rogge, canali. La presenza più significativa è quella però degli uccelli stanziali e nidificanti e uccelli svernanti o presenti nel periodo migratorio.

La vastità delle risaie di quest’area si presenta infatti come un ottimo banchetto nutritivo per queste specie, una sorta di palude “coltivata” nella quale possono trovare la maggior parte dei nutrienti di cui hanno bisogno. Tra loro, troviamo in particolare gli Ardeidi coloniali (Nitticora, Mignattaio, Spatola, Garzetta, Airone bianco maggiore e Airone cinerino), il Tarabuso e Tarabusino, la Cicogna bianca, i Limicoli nidificanti e migratori, gli Anatidi, i Picidi e i Falconidi. 

Sono presenti inoltre le garzaie, aree in cui si insediano in gruppo gli aironi di una sola o più specie, per costruire i loro nidi e riprodursi. Possiamo rintracciarle in luoghi che possano rivelarsi per loro fonte di nutrimento, ovvero laddove la vegetazione è palustre, non lontano da corsi d’acqua, risaie o piccoli bacini d’acqua. Qui, numerose specie di volatili nidificano comunitariamente tra i rami, senza disturbo reciproco, riunendosi a volte in gruppi di centinaia di coppie intente in corteggiamenti nuziali o in frenetiche ricerche di cibo per i piccoli.

Vieni a scoprire la Lomellina, ti aspettiamo in Cascina Tessera a Valeggio, dove l’avventura del riso Marta Sempio ha inizio.
E se vuoi approfondire, puoi visitare anche il sito dell’Ecomuseo del Paesaggio Lomellino (ecomuseopaesaggiolomellino.it).